Luigi Battaglini, "Innamorato della Vita"

Il 13 settembre 1973, dopo aver a lungo pregato, egli fa un gesto di rinuncia all’Opera, per la quale tanto ha sofferto e lavorato, consegnandola alla Diocesi di Foggia nelle mani del suo Vescovo, Mons. Giuseppe Lenotti. Il motivo è quello di assicurare all’UAL per il futuro un assetto definitivo: “solo così – si legge nella lettera da lui inviata al Vescovo - essa ha la sicurezza di continuare la sua vita nel tempo”. Dopo aver fatto questo atto di donazione così scrive agli amici su Missione (n. 4-5-Luglio – Ottobre 1973, pag. 2): “Adesso l’UAL appartiene alla Chiesa e vivrà nel tempo con la Chiesa. Io mi metto da parte e, con le lacrime agli occhi, ma con la pace nel cuore, mi inchino alla divina Bontà che si è voluto servire di un piccolo uomo peccatore per aggiungere un nuovo serto alla grandezza della sua Chiesa. Mi metto da parte, ma non mi ritiro del tutto. La bontà del Vescovo e la comprensione del nuovo Presidente mi hanno concesso di continuare a vivere accanto alla mia creatura e collaborare in silenzio a renderla più grande e più bella”.

Gli ultimi anni che vivrà come ospite della Casa dell’UAL – come risulta dalle pagine del suo diario - saranno segnati ancora da tante gioie, ma anche da tanti momenti di grandi prove, soprattutto morali, che egli vivrà in grande spirito di fede.

Una delle gioie intense che ha vissuto è stato l’incontro con il Papa Paolo VI, avvenuto il 16 agosto 1972. Si trovava a Roma “per diversi motivi”. Ne approfittò per recarsi a Castelgandolfo e partecipare all’udienza pontificia. Una guardia svizzera durante l’udienza si avvicinò a lui e gli disse di non muoversi, perché dopo l’udienza sarebbe passato a prenderlo per portarlo al piano superiore, dove avrebbe potuto incontrare il S. Padre. L’incontro è avvenuto ed ha prodotto un’emozione grandissima in lui. Battaglini ha parlato dell’UAL a Paolo VI , chiedendogli una speciale benedizione (cfr. Diario, vol. V, 23 agosto 1972).

Nell’ultimo giorno (31 dicembre) del 1973 nel suo diario traccia un bilancio dell’anno:

“Un altro anno è trascorso ed ancora una volta faccio un bilancio, ed ancora una volta esso mi è negativo. E' stato un anno turbinoso, un anno doloroso. Oramai erano parecchi anni che, pur in mezzo ad occupazioni e preoccupazioni che non mi sono mai mancate, non trascorrevo un periodo come questo 1973, specialmente nel primo semestre. Ho sofferto terribilmente, ho pianto come un bambino, mi sono visto sballottolato dagli avvenimenti come una povera festuca nel gorgo di un ciclone. Ho temuto per quest'Unione, ho temuto per la mia salute, ho temuto anche che potesse sulla fede quanto avveniva, ma iddio mi ha concesso la salvezza e la salvezza, proprio come nei periodi più duri. L'unica consolazione è stata la magnifica riuscita del pellegrinaggio a Lourdes, che, come credo di aver già notato in questo diario, è stato il migliore di quanti ne abbiamo realizzati”.

Un’altra gioia che ha cullato nel suo cuore è stato il desiderio di diventare sacerdote. Per realizzare questo sogno studiava con molto impegno le materie teologiche e viveva più intensamente la sua vita interiore, impostata su un grande spirito di preghiera e sull’offerta di se stesso al Signore, fatta per mezzo di Maria. Si sentiva ormai pronto per ricevere questo dono sulla terra. Ma quando arriva la dispensa della S. Sede, egli è già in coma. Sta compiendo nella sua carne l’offerta definitiva di sé, in continuità con l’offerta, fatta a Gesù per le mani di Maria durante la sua vita, precisamente da quando il Signore, attraverso la tenerezza dell’amore materno di Maria, si è fatto presente in lui. E’ stato questo il concime con cui il Fondatore dell’UAL ha reso feconda l’Opera, nata dal suo “dolore” e dal suo “amore”. Morirà a Foggia quattro giorni dopo, il 6 dicembre 1976, per ricevere un premio più grande nel cielo.

Quasi un mese prima di morire, il 7 novembre 1976, all’inizio del XXV anno di vita della Pia Unione, ha vissuto ancora un altro momento felice. Nell’Aula Magna dell’Opera Pia Barone, dinanzi al Vescovo, Mons. Lenotti, al Presidente dell’UAL, don Gennaro Palumbo, agli ospiti della Casa Famiglia UAL e ad un folto numero di soci, amici e benefattori, Luigi Battaglini svolge una appassionata relazione, in cui fa rivivere ai presenti le tappe più significative della storia dell’UAL.